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Nella poesia di Lorenzo Stoppa Tonolli la tela del visibile viene lacerata in versi brevissimi, sfiorati dall'ala della solitudine trasfigurata in un noi che esige una distrazione dalle malinconie soggettive. Il vertiginoso sillabare tende ad abolire la forma concreta delle cose, rendendole apparizioni fantasmatiche o spirituali. I versi, uno dopo l'altro, tendono a sprofondare nella purezza dell'esserci, senza mai consumarsi nel silenzio desiderato. Nella calma e nell'inquietudine ogni cosa confluisce nella luce del "mattinobimbo" e l'esistenza, frammentandosi, girotonda a somiglianza dei giochi dei bambini e di resti poetici arcaici dell'umanità.